Sant'Antonio Abate
Il deserto fiorisce, a cura di Antonio Maria Sicari
Nei
primi secoli del cristianesimo erano considerati “perfetti” coloro che
subivano il martirio, imitando Gesù anche nel dono della vita. Cessate
le persecuzioni, alcuni cristiani vollero esprimere lo stesso desiderio
di radicalità scegliendo una forma “monastica” di vita, tutta dedita
alla preghiera, al lavoro e all’ascesi. Antonio è considerato il
fondatore del monachesimo eremitico.
A diciassette anni sentì leggere in chiesa il brano evangelico in cui Gesù propone al giovane ricco di «vendere ogni cosa e donare il ricavato ai poveri, per acquistare un tesoro in cielo». E capì che Cristo rivolgeva anche a lui lo stesso invito. Si spogliò dunque di tutte le ricchezze ereditate dai genitori e si ritirò in un deserto sulle rive del Mar Rosso. La gente, quando parlava di lui, lo chiamava “l’uomo innamorato di Dio”.
Col passare degli anni la sua fama si diffuse nella regione e molti accorrevano per chiedergli consiglio e per mettersi alla sua scuola spirituale. Così il deserto si popolò di suoi discepoli e Antonio divenne l’Abate, il padre dei monaci. Si disse allora che “nel deserto fioriva la santità”. A lui ricorreva anche la gente della città in situazioni di emergenza, ed egli era periodicamente costretto ad abbandonare il deserto, quando lo richiedeva l’amore del prossimo.
La sua vita fu scritta da s. Atanasio il Grande, che gli fu amico e che diffuse la sua fama in tutto l’Occidente. Antonio è rimasto celebre anche per le sue lotte col demonio, e le sue brucianti tentazioni sono state raccontate e illustrate da innumerevoli artisti che lo rappresentano sempre simbolicamente attorniato da molti animali. Un giorno egli chiese al Signore, tra le lacrime: “Chi può resistere a tutte queste insidie?”. Ed ebbe questa dolce risposta: “Soltanto gli umili di cuore”.
...fonte Avvenire.it
A diciassette anni sentì leggere in chiesa il brano evangelico in cui Gesù propone al giovane ricco di «vendere ogni cosa e donare il ricavato ai poveri, per acquistare un tesoro in cielo». E capì che Cristo rivolgeva anche a lui lo stesso invito. Si spogliò dunque di tutte le ricchezze ereditate dai genitori e si ritirò in un deserto sulle rive del Mar Rosso. La gente, quando parlava di lui, lo chiamava “l’uomo innamorato di Dio”.
Col passare degli anni la sua fama si diffuse nella regione e molti accorrevano per chiedergli consiglio e per mettersi alla sua scuola spirituale. Così il deserto si popolò di suoi discepoli e Antonio divenne l’Abate, il padre dei monaci. Si disse allora che “nel deserto fioriva la santità”. A lui ricorreva anche la gente della città in situazioni di emergenza, ed egli era periodicamente costretto ad abbandonare il deserto, quando lo richiedeva l’amore del prossimo.
La sua vita fu scritta da s. Atanasio il Grande, che gli fu amico e che diffuse la sua fama in tutto l’Occidente. Antonio è rimasto celebre anche per le sue lotte col demonio, e le sue brucianti tentazioni sono state raccontate e illustrate da innumerevoli artisti che lo rappresentano sempre simbolicamente attorniato da molti animali. Un giorno egli chiese al Signore, tra le lacrime: “Chi può resistere a tutte queste insidie?”. Ed ebbe questa dolce risposta: “Soltanto gli umili di cuore”.
...fonte Avvenire.it
Ringrazio mia nipote Roberta D.P. per la foto.
1 commento:
de la lumière, des couleurs chaudes pour réchauffer le coeur et l'âme !
superbe photo !
bon dimanche cher Luigi
bisous
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