da "Fine della crisi" di Filippo Zaccaria
Biolcalenda novembre 2015
Infatti il nostro mondo, dominato dal dio Denaro, non ha né poesia né bellezza, rende tutto paccottiglia rimasticata e rigurgitata in un'immane discarica mortale fino a ricoprire l'intero pianeta.
La natura, per quanto poca ce ne rimanga, è fonte di bellezza e di poesia, come ci insegnò Francesco d'Assisi nel suo "Cantico delle creature". Lui stava terminando la sua vita terrena e scrisse in italiano l'invito all'uomo a rivolgersi al creato.
Anche noi ora, nell'immanenza della possibile, probabile morte del pianeta terra, non possiamo che rivolgerci alla bellezza della natura, che ancora ci circonda, perché ci ispiri modi diversi di concepire la vita e quindi la felicità.
Per essere contro la guerra dobbiamo avere una possibile prospettiva di pace. Sviluppare i sensi, ad esempio, ottenebrati dall'ingiustizia, dalla speculazione, dalla ricchezza comunque e con ogni mezzo, dal ladrocinio all'assassinio.
Comprendiamo che senza dei sensi purificati
non possiamo che vedere ovunque morte."
Nessun commento:
Posta un commento