Sguardi amici

giovedì 13 dicembre 2012

Santa Lucia e la neve

 Neve in Via Riello

E' un tempo di attesa vigile quello cui siamo chiamati
in questo periodo di Avvento che corre al Natale.
Sembra che tra oggi e domani ritornerà la neve.
Pubblico questa foto della mia Via,
scattata la sera di venerdì scorso
quando i fiocchi continuavano a scendere
dentro una pace di silenzio emozionante.
La luce della lanterna mi permette
di inoltrarmi tra le strette case infreddolite,
abbandonando ancora una volta
le vecchie paure di fanciullo.

 Faccio seguire l'augurio a chi porta il nome
di una giovane testimone cristiana.
Anche oggi ci sono persone
che donano se stesse per mantenere salda 
una fede che dà luce e coraggio alla loro vita.

 Santa Lucia, vergine e martire 

a cura di Matteo Liut

La fede rende scaltri, 
ma solo per difendere 
la luce della verità. 
 
È questo il messaggio più importante 
legato alla giovane vergine e martire Lucia, 
uccisa forse nel 304 per la sua scelta di essere tutta di Cristo.
La sua storia – i cui contorni storici sono materia di studio degli esperti – 
inizia con il pellegrinaggio assieme alla madre sulla tomba di Agata a Catania. 
Tornando nella sua Siracusa la giovane decide di consacrarsi al Risorto, 
vendendo i beni che sarebbero stati la sua eredità. 
Denunciata dal suo promesso sposo viene interrogata dal prefetto Pascasio, 
al cui interrogatorio Lucia resiste con arguzia e decisione.
Dopo tremende torture per farle rinnegare la fede, 
la giovane viene uccisa con la spada.
 
...fonte Avvenire.it

mercoledì 28 novembre 2012

La gioia dell'insicurezza


C'è una sicurezza che deve essere scoperta. 
La sicurezza che deriva dal riconoscere e accettare con serenità 
e libertà la propria insicurezza e quella di tutte le cose. 
Poi bisogna umilmente e fraternamente 
appoggiare questa nostra insicurezza alla insicurezza di tutti 
e permettere sorridendo che gli altri facciano altrettanto con noi. 
Di qui forse non ne verrà una forza ma la gioia dei poveri 
che non hanno nulla e che fraternamente 
si dividono il pezzo di pane, questo sì. 
Ed è soltanto così che nasce l'Amore. 
Sembra strano ma l'Amore nasce e fiorisce soltanto nella insicurezza, 
in questa misteriosa povertà del cuore umano 
serenamente accettata e dolcemente offerta. 
Per questo forse Dio ci ha creati nel tempo che passa 
cioè nella condizione in cui tutto oggi è e domani non è, 
perché l'Amore ha bisogno di libertà. 
E forse liberi sono soltanto i poveri.

don Sirio Politi
(testo pubblicato su www.lottacomeamore.it)

mercoledì 19 settembre 2012

Galway


Galway è una delle città più vivaci d'Irlanda grazie all'Università e ai College. Meta turistica durante tutto l'hanno, d'estate è un vero festival continuo di cultura e divertimento, e pur essendo così piccola rivaleggia con Dublino e Cork. Non distanti dalla città itinerari storici e naturalistici di assoluto rilievo. Quasi tutti gli osservatori dicono che il nuovo dinamismo irlandese si esprime alla perfezione con Galway. In questa città si ha una sensazione di spensieratezza e divertimento più presenti che altrove.
Galway è una cittadina di circa 60000 abitanti, quarta città più grande della nazione, ed è il principale porto irlandese, nonché capoluogo dell'omonima contea. Negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo impetuoso, ma che non ne hanno intaccato le caratteristiche in alcun modo.

Il centro della città è la Eyre Square, centro anche della vita cittadina con numerosi bar, pub, locali, ristoranti e negozi. In particolare Shop Street è appunto la via dei negozi principale dove non è difficile trovare dall'occasione all'ultima moda.
Il principale edificio storico della città  è la Cattedrale gotica risalente al 1320 e dedicata a St. Nicholas. Al suo interno una fonte battesimale cinquecentesca e una interessante lastra tombale del 1200 chiamata la Crusader's Tomb, la Tomba del Crociato.


Galway ha un paio di musei interessanti da visitare il Galway City Museum, sulla vita e sulla storia della città. Per gli amanti di James Joyce, il Nora Barnacle House Museum, nella casa di una compagna di vita dello scrittore irlandese, dove questi passò lunghi soggiorni.
 

mercoledì 12 settembre 2012

Howth in Irlanda


E' lo sguardo di Sara che riesce a cogliere questa bella immagine.
Mostra come anche sulla barca sia possibile dare vivacità ad un cibo,
il pesce, che di per sè è già, appena pescato, un delizia che premia la fatica.


Visitare Howth è giusto per vedere un pezzetto di paesaggio irlandese più autentico di quello che può offrire la capitale. Howth è un piccolo villaggio adagiato sulla baia di Dublino , a circa mezz'ora di treno.
In origine era un piccolo ed isolato villaggio di pescatori costruito nei primi anni dell 1800 ma oggi Howth è una vibrante periferia, famosa anche per aver ospitato, tra le più grandi celebrità irlandesi e non, anche Larry Mullen , batterista degli U2 , John Sheahan dei The Dubliners e Dolores O'Riordan dei Cranberries .
Durante il viaggio ogni tanto si apre alla vista qualche bello scorcio sulla costa ed arrivando c'è un bel panorama sul promontorio che racchiude il porto di Howth. Durante la visita, non perdetevi una camminata sul porto: è possibile vedere, al ritorno delle barche di pescatori, gruppi di foche che si contendono gli scarti del pesce con i gabbiani.


lunedì 3 settembre 2012

Dublin


Una sfida
una direzione
una volontà
e un grazie
al Cielo.

venerdì 20 luglio 2012

Possibilità


Lessere non conosce il suo valore finché non fronteggia il nulla:  
la possibilità di non esistere”, 
scrive Luigi Zoja nella prefazione a “La pazienza del nulla”, 
che riprende due capitoli di un vecchio libro che Arturo scrisse tanti anni fa, 
rievocando l’esperienza dell’incontro con il deserto, 
che lui fece entrando nel noviziato dei piccoli fratelli. 
Questo piccolo libro, che mi sono scoperto a leggere 
con l’entusiasmo con cui da giovane mi lasciavo trasportare 
dagli scritti di Arturo, ci aiuta a vivere questo momento di grande cambiamento. 
Stanno crollando le sicurezze sulle quali abbiamo costruito 
il nostro sistema di vita. 
 Ci rendiamo conto di essere su un cammino di non-ritorno. 
E adesso? Adesso è tempo di attraversare il deserto, 
di perdere le nostre idealizzazioni, di accettarne la fine. 
È tempo di fare i conti con l’esperienza del nulla 
e di dare spazio alla forza della vita e dello Spirito
perchè possano esprimersi con libertà.

Oreundici luglio-agosto 2012

venerdì 15 giugno 2012

Pensieri in fiore

Di generazione in generazione
durano i pensieri del suo Cuore,
per salvare dalla morte i suoi figli
e nutrirli in tempo di fame. 

lunedì 7 maggio 2012

Vampe d'amore


"Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come il regno dei morti è la passione:
le sue vampe sono vampe di fuoco,
una fiamma divina!
Le grandi acque non possono spegnere l’amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo."

(Cantico dei Cantici)

martedì 3 aprile 2012

Archi e frecce



Voi siete gli archi
dai quali i vostri figli
 sono lanciati come frecce viventi.
...
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, 
ama ugualmente l'arco che sta saldo.


Conosciamo bene queste parole...
escono da "Il Profeta" di K.Gibran.
Le ripropongo in queste ore
che vedono i nostri figli
lanciati in volo
verso le loro vite.

giovedì 8 marzo 2012

Donna in fiore


Un pensiero
che si appoggia
con gentilezza
sul miracolo
della femminilità.

martedì 21 febbraio 2012

Fiori di ghiaccio


Il vetro appannato
perde la trasparenza,
impedisce lo sguardo
e mi imprigiona
nella mia stanza.

Il gelo disegna
fiori di ghiaccio,
non ruba il mondo,
lo mostra diverso
e non è un miraggio.

martedì 17 gennaio 2012

Il deserto fiorisce


Sant'Antonio Abate
Il deserto fiorisce, a cura di Antonio Maria Sicari 
 
Nei primi secoli del cristianesimo erano considerati “perfetti” coloro che subivano il martirio, imitando Gesù anche nel dono della vita. Cessate le persecuzioni, alcuni cristiani vollero esprimere lo stesso desiderio di radicalità scegliendo una forma “monastica” di vita, tutta dedita alla preghiera, al lavoro e all’ascesi. Antonio è considerato il fondatore del monachesimo eremitico.

A diciassette anni sentì leggere in chiesa il brano evangelico in cui Gesù propone al giovane ricco di «vendere ogni cosa e donare il ricavato ai poveri, per acquistare un tesoro in cielo». E capì che Cristo rivolgeva anche a lui lo stesso invito. Si spogliò dunque di tutte le ricchezze ereditate dai genitori e si ritirò in un deserto sulle rive del Mar Rosso. La gente, quando parlava di lui, lo chiamava “l’uomo innamorato di Dio”.

Col passare degli anni la sua fama si diffuse nella regione e molti accorrevano per chiedergli consiglio e per mettersi alla sua scuola spirituale. Così il deserto si popolò di suoi discepoli e Antonio divenne l’Abate, il padre dei monaci. Si disse allora che “nel deserto fioriva la santità”. A lui ricorreva anche la gente della città in situazioni di emergenza, ed egli era periodicamente costretto ad abbandonare il deserto, quando lo richiedeva l’amore del prossimo.

La sua vita fu scritta da s. Atanasio il Grande, che gli fu amico e che diffuse la sua fama in tutto l’Occidente. Antonio è rimasto celebre anche per le sue lotte col demonio, e le sue brucianti tentazioni sono state raccontate e illustrate da innumerevoli artisti che lo rappresentano sempre simbolicamente attorniato da molti animali. Un giorno egli chiese al Signore, tra le lacrime: “Chi può resistere a tutte queste insidie?”. Ed ebbe questa dolce risposta: “Soltanto gli umili di cuore”.

...fonte Avvenire.it


Ringrazio mia nipote Roberta D.P. per la foto. 

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